Gli incendi ? rappresentano uno dei fattori di maggior rischio per le attività. I danni che può provocare sono spesso incalcolabili. Ecco perché la rilevazione di incendi è diventata sempre più una necessità primaria per le aziende.
I sistemi di rilevazione incendi sono in grado di tutelare innanzitutto la vita delle persone che lavorano all’interno di un’azienda oltre che il suo patrimonio, costituito dalle materie prime, prodotti finiti, allestimenti interni e la stessa struttura. Incendi importanti infatti compromettono anche le strutture di acciaio e cemento.
Gli impianti di rivelazione incendi vengono installati perché ci sono obblighi normativi legati al CPI (certificato prevenzione incendi), indispensabile per ottenere il nulla osta per l’avvio delle attività di un’azienda.
Il CPI indica quali sono le caratteristiche e le peculiarità dei sistemi di rilevazione incendi e sistemi di evacuazione forzata.
Noi però, a prescindere dal CPI, consigliamo sempre di chiedere una valutazione tecnica anche nei casi in cui non è obbligatorio per legge. È un discorso che portiamo avanti da sempre dato il rischio che c’è per la vita umana.
Il dietro le quinte, la realizzazione di un impianto di rivelazione incendi prevede un’importante fase di analisi sia della struttura che delle lavorazioni svolte al suo interno, e dei materiali di stoccaggio che possono essere più o meno infiammabili.
Gli impianti per la rivelazione di incendi si differenziano tra sistemi convenzionali e sistemi indirizzati. I primi permettono di capire in quale zona si è verificato un incendio o dove sono state registrate anomalie di temperatura o fumo.
Tramite i secondi è addirittura possibile individuare qual è il sensore intervenuto in caso di un incendio. In questo modo diventa più preciso il tipo di informazione che possiamo ottenere e di conseguenza il tipo di azione da intraprendere. Per esempio attivare l’impianto di spegnimento, in una determinata area, o allertare la squadra di emergenza.
Le informazioni su un principio di incendio arrivano tramite particolari sensori posizionati all’interno degli ambienti. Sono i sensori che fanno scattare l’allarme in caso di anomalia.
Possono essere:
✅ cablati, utilizzando cavi specifici e resistenti al fuoco,
✅ wireless, del tipo via radio utilizzati negli ambienti difficilmente raggiungibili con la cavetteria.
Ci sono sensori con caratteristiche diverse che possono leggere sia la temperatura all’interno di un ambiente sia la presenza di fumo, calore e fiamme ma anche gas. Tramite sensori che analizzano l’aria è infatti possibile prevenire anche le eventuali fughe di gas.
Altri tipi di sensori più particolari sono quelli di aspirazione che aspirano l’aria e verificano la presenza di eventuali fumi al suo interno. Si utilizzano questo tipo di sensori negli ambienti in cui non è possibile installare sensori puntiformi.
Recentemente abbiamo installato un sistema di questo tipo all’interno di uno stabilimento industriale dove per la presenza di ampie scaffalature e di altri agenti atmosferici, una rilevazione puntiforme, avrebbe creato falsi allarmi.
Altri sensori particolari sono le barriere lineari. Al posto del classico rilevatore installato a soffitto o controsoffitto, si utilizzano queste barriere lineari formate da raggi emessi da un trasmettitore ad un ricevitore. In un capannone possono monitorare anche un’area superiore a 150-200 metri, funzionano benissimo in condizioni gravose e in ambienti polverosi.
Esistono anche sensori a cavo termosensibile, che utilizzano cavi tarati per sciogliersi in presenza di fuoco e calore. Una volta sciolti attivano i sistemi di allarme.
Il sistema di allarme può essere attivato anche tramite pulsanti manuali. Servono per dare la possibilità a chi è presente di attivare manualmente il sistema di allarme al minimo rilievo di criticità.
Una volta attivato l’allarme si attivano una serie di procedure che servono a salvare le persone e i beni presenti all’interno della struttura.
Suonano le sirene, si attivano pannelli e segnalazioni ottico-acustiche che allertano le persone presenti e segnalano le vie di uscita. Ecco perché si trovano solitamente in punti dove possono essere visti bene.
Contestualmente alle sirene si attivano anche i sistemi di evacuazione, naturale o forzata, di fumi e calore. I sistemi forzati SEFFC sono costituiti da gruppi elettrici di serrande e ventilazione dal basso, con espulsione di fumi e calore verso l’alto. Lo scopo è permette alle persone di avere uno spazio libero dal fumo per facilitare l’evacuazione.
In alcuni casi l’evacuazione è accompagnata da segnalazioni acustiche tramite messaggi vocali pre-registrati che oltre a fornire indicazioni per raggiungere le vie di uscita, servono anche per limitare il panico e tranquillizzare le persone.
Le altre segnalazioni raggiungono invece i soccorritori, vengono allertati subito i vigili del fuoco ? ma anche il personale interno all’azienda che può intervenire per il primo soccorso con gli estintori.
Una volta intervenuto, l’impianto di rivelazione provvede all’attivazione di sistemi antincendio per lo spegnimento automatico, con l’avvio dei sistemi di pompaggio per gli impianti sprinkler o sistemi a schiuma.
Più è elevato il numero di persone presenti all’interno di una struttura maggiore è la necessità di avere vie di fuga libere ed efficaci sistemi di evacuazione fumi e calore. Si tratta di sistemi che una volta attivati interagiscono anche con gli impianti di climatizzazione.
I sistemi di climatizzazione nelle aziende solitamente diffondono il flusso caldo/freddo dall’alto verso il basso. In presenza di incendi, spingerebbero il fumo in basso, con rischio di intossicazione per le persone. Per questo motivo vengono immediatamente spenti o governati per lavorare in maniera coordinata.
Successivamente, mediante logiche ben precise, i lucernari vengono aperti nella parte alta della struttura, mentre per il tramite di serrande e ventilatori viene immessa aria pulita dal basso. Questo permette a fumo e calore di defluire verso l’alto ed essere espulso dalla struttura.
Nelle strutture dove invece, non ci sono lucernari, si utilizzano sistemi di ventilazione ad aspirazione forzata.
Una delle attività più efficaci nella lotta contro l’incendio, è il contenimento dello stesso nelle aree interessate. Questa tecnica si chiama compartimentazione.
Si possono utilizzare porte tagliafuoco, porte resistenti al calore, con chiusura a molla, che in condizioni normali sono utilizzate come porte di attraversamento, oppure restano sempre aperte, grazie ad elettromagneti.
Quando l’impianto di rivelazione interviene, gli elettromagneti vengono attivati e le porte tagliafuoco si chiudono. L’incendio è così contenuto all’interno di una specifica zona e la compartimentazione dell’incendio impedisce quindi che il fuoco si propaghi.
Si evita in questo modo che l’incendio possa aggredire altre aree, ad esempio i corridoi o vani scale, consentendo un’evacuazione in sicurezza delle persone, controllata e senza panico.