Dare una definizione precisa di smart building è un vero grattacapo per gli esperti
Secondo l’Intelligent Building Institute (IBI), un edificio si dice smart quando «fornisce un ambiente produttivo e conveniente attraverso l’ottimizzazione dei quattro elementi base (strutture, sistemi, servizi e gestione) e la loro integrazione»; invece, l’European Intelligent Building Group (EIBG) afferma che l’edificio intelligente è quello che «crea un ambiente e che sfrutta appieno l’efficienza dei suoi occupanti, consentendo allo stesso tempo una gestione competente delle risorse con il minor costo possibile di hardware lungo il suo ciclo di vita» .
Se sulle definizioni non vi è un parere unico, gli elementi costitutivi di uno smart building sono abbastanza chiari e definiti per tutti:
La politica europea monitora da vicino e con attenzione la riconversione smart degli edifici, poiché da essa sembrano quasi dipendere gli interi sistemi-Paese. È stato calcolato, infatti, che con gli edifici intelligenti è possibile risparmiare fino a 14 miliardi di euro all’anno, tagliando fino al 28% delle emissioni di CO2. Secondo la Community Smart Building, in Italia si taglierebbero i consumi energetici del 20-24%, tentando di raggiungere la classe energetica E entro il 2027 e quella D entro il 2030 per gli edifici non residenziali.
L’efficientamento energetico è la diretta conseguenza e, allo stesso tempo, la prima motivazione della conversione smart delle strutture produttive, così da ridurre l’impatto ambientale delle industrie. La policy dell’UE è proprio quella di supportare la filiera industriale e incentivare la nascita di ecosistemi nazionali dedicati all’innovazione in ambito smart per gli edifici, favorendo lo sviluppo delle relative competenze.
I vantaggi di una riconversione tecnologica e intelligente delle vecchie strutture sono diversi. Innanzitutto vi è un monitoraggio e controllo diretto dei consumi energetici, grazie ad applicazioni di real time energy monitoring: grazie a questi sistemi, è possibile ridurre gli sprechi e ottimizzare l’efficienza energetica. Per di più, è possibile generare ricavi anche dalla vendita dell’energia prodotta in eccesso ad aziende terze, così da trasformare la propria azienda da consumer a prosumer (consumatore e produttore allo stesso tempo).
Grazie alla manutenzione predittiva, invece, è possibile diminuire al minimo gli interventi e i costi manutentivi straordinari, grazie ai sensori in grado di prevedere malfunzionamenti degli impianti. Con questa possibilità, l’ambiente lavorativo diventerà più sicuro rispetto a un edificio tradizionale, soprattutto per le persone presenti in azienda.
La riconversione in smart building delle vecchie strutture (o la costruzione di nuove) comporta l’allungamento della vita dell’edificio stesso, grazie all’abbattimento dei costi di gestione e alla maggiore sostenibilità ambientale.
È ormai chiaro a tutti che il settore degli edifici 4.0 è sulla giusta strada per diventare il settore trainante dell’economia mondiale.